Thursday, 22 August 2019

Anna Canitano Aragno

l’antifascista

periodico degli antifascisti di ieri e di oggi
Fondato nel 1954 da Sandro Pertini e Umberto Terracini • anno LX - n° 5, 6 - Maggio-Giugno 2013




Davanti al Tribunale Speciale Il diario palpitante di una giovane ragazza che ha conosciuto la galera fascista senza perdere la speranza di Anna Canitano Fui arrestata il 23 Aprile 1942 e condotta con la Mamma alle carceri di San Vittore, a Milano, dopo una lunga e minuziosa perquisizione in casa, che fruttò ai signori incaricati, oltre a una notevole perdita di tempo, tre fogli di carta. Li conservo perché mi vennero restituiti in seguito. Primo: un estratto del Corriere d’America del 4 luglio 1937 circa una dichiarazione di Mussolini a proposito del problema degli ebrei in Italia. Secondo: un foglio azzurro sul quale in Francia, precisamente a Nimes, nel ’38 annotai alcune definizioni del fascismo e del comunismo da scritte murali. Terzo: una lettera di un mio amico, con alcune righe di carattere politico. Mi venne anche sequestrato il mio personale libretto d’indirizzi. Arrivai a San Vittore con la Mamma, entrambe scortate da tre poliziotti, verso mezzogiorno. Ora di grande animazione in carcere. Fummo immediatamente separate. Dopo una sosta di circa un’ora in una stanzetta detta “Matricola” venni portata da una suora in una cella al terzo piano. Il “terzo piano”, come imparai dopo, era una specie di luogo infame della Sezione Femminile del carcere. Lì rimasi in assoluta segregazione per una quindicina di giorni in compagnia delle prime cimici (era ormai primavera), delle canzonacce, che sentivo cantare da una cella Anna Canitano (La memoria e le fotografie ci sono state fornite da Susanna Aragno) all’altra, e di alcuni bruttissimi libri che mi ero fatta subito dare per passare il tempo. I primi giorni, le prime settimane in carcere non passano mai. Il tempo sembra interminabile. Faceva ancora freddo, specialmente di notte. Seppi qualche tempo dopo che in quella cella pochi giorni prima del mio arrivo era morta una mendicante. In quei primi quindici giorni piansi, piansi disperatamente. Leggevo molto, cantavo e pregavo. Il 28 aprile subii il primo interrogatorio. Durò più di 5 ore. Un interrogatorio di quel genere credo sia utile come esercizio ginnastico della mente e delle possibilità selettive del cervello. Vince chi è più intelligente. Fui interrogata sul verbale di un compagno comunista e lo vidi anche di persona. Il secondo interrogatorio, a distanza di qualche giorno dal primo, fu più breve. Gli altri, frequentissimi, in seguito, furono su un tono sempre più blando. Negai sempre, recisamente, decisamente tutte le accuse che mi venivano fatte e stesi un verbale, per dirla con i termini tecnici, “negativo”. Finalmente in cella con la mamma Dopo cinquanta giorni dall’arresto venne l’autorizzazione perché la Mamma ed io fossimo messe in cella insieme. Il 24 giugno, di mattina, ci venne comunicato che eravamo state deferite al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Passarono altri due mesi. Caldo, cimici, ansie, attese, pensieri. Il 24 agosto ci alzammo alle 6 del mattino. Due nostre compagne di carcere subivano quel giorno il processo, a Roma. Andavano a messa nella Cappella delle suore. Non dimenticherò mai l’atmosfera triste, grigia, muta, disperata di quell’alba in carcere. Dopo poche ore ci chiamarono: c’era a interrogarci il giudice istruttore del Tribunale Speciale. L’interrogatorio fu breve. Le contestazioni precise. Le imputazioni eccessive. Eravamo imputate di associazione e di propaganda antinazionale. Articoli 271 e 272 del Codice penale. Associazione antinazionale per i rei comportava una pena da 6 mesi a 2 anni di carcere. Stessa pena per il reato di propaganda antinazionale. Il giudice era un colonnello paterno e bonario. Mi disse: “Sarebbe stato meglio che vi foste occupate di altre cose anziché immischiarvi nella politica”. Non risposi. Mi guardò. Lo guardai. Continuò l’interrogatorio. L’11 settembre partii per Roma. L’ordine di partenza venne la sera prima. Partivo io sola, senza la Mamma. Sperai ancora una volta che alla Mamma fosse risparmiato il seguito dell’avventura. Non fu così. Poche ore dopo partì anche lei. Viaggiai tra due carabinieri in uno scompartimento di terza classe “riservato”. Arrivai alla stazione di Roma alle 7 di sera. Venni condotta al carcere delle Mantellate con una Balilla. Dopo l’abituale cerimonia dell’immatricolazione e dopo aver attraversato vari cancelli arrivai alla mia sezione. Fui ricevuta dalla Madre superiora in maniera così burbera che non riuscii a evitare le lacrime. Mi misero in cella con altre due ragazze. Una slava Memorie 27 Con Giorgio Strelher, col quale lavorava in teatro condannata a 10 anni di reclusione e una compagna di Milano condannata a un anno. Il mattino dopo seppi dall’infermiera che era arrivata anche la Mamma. La slava e la mia compagna di Milano vennero mandate in un’altra sezione e io rimasi sola. 




Il cielo di Roma era azzurro La cella era pulitissima. Feci una doccia calda. A mezzogiorno la minestra era buona. Si poteva persino avere il giornale. Durante l’ora di “aria” che ci era concessa giornalmente vedevo il Gianicolo, vedevo il verde dei pini. Il cielo di Roma era azzurro. L’aria tiepida. La suora della Sezione Politica era buonissima. Passai due mesi e mezzo meravigliosi. Pensavo, cantavo sognavo, passeggiavo in su e in giù per delle ore, mi arrampicavo alle sbarre nelle notti di luna, comunicavo con la Mamma (c’era ordine di segregazione e separazione assoluta) per mezzo di stornelli e biglietti che qualche detenuta portava gentilmente. Ricevevo ogni giorno della posta. Lunghe lettere che mi parlavano di teatro, di cinema, di tutto quello che si stava facendo, di tutti i progetti per il futuro, di lavoro, di idee. Rispondevo sempre il più a lungo possibile e la corrispondenza di quel periodo mi è particolarmente cara. Il 6 novembre mi venne comunicata da un signore giovane e simpatico la data in cui era fissato il processo. Mi consegnò un plico di 7 fogli dattiloscritti. Era la carta di rinvio a giudizio. Il processo era stato fissato per il 24 novembre. Nominai mio difensore l’avvocato Domenico D’Amico. Tornai in cella allegrissima e quel giorno cantai più del solito. Il 10 Novembre venne l’avvocato per la prima volta. Il 19 Novembre compivo 22 anni. L’avvocato venne per la seconda volta. Parlammo dell’andamento dell’istruttoria, mi lesse alcuni verbali, mi raccontò delle barzellette antifasciste. Il 23 Novembre venne per la terza volta. Mi parlò del Tribunale, del Pubblico Ministero, del Presidente, del valore delle difese, delle disposizioni superiori impartite per i vari processi, delle sentenze. Era allegro. Era riuscito a salvare un ragazzo slavo dalla pena di morte. Il 24 novembre mi alzai alle 6 del mattino. Mi vestii con cura, mi pettinai. Presi un uovo sbattuto. Pregai di fronte alla finestra spalancata. Vidi la Mamma. Era calmissima. Mi disse: “Hai letto la preghiera che ti ho mandato?”. Risposi: “Sì, ce l’ho con me”. Diceva la preghiera: “Signore Iddio Santo, assisti, proteggi, benedici noi e tutti i nostri compagni in queste ore difficili. Signore Iddio Benedetto degnati di infondere nei nostri giudici la Tua luce la Tua giustizia la Tua clemenza”. Ci accompagnarono al Palazzo di Giustizia, in automobile. Nel Palazzo di Giustizia l’aula della morte C’era con noi una donna d’aspetto dolcissimo. Occhi azzurrissimi e una grossa treccia di capelli scuri intorno al capo. Andava alla Corte d’Assise. Era più di una settimana che vi andava tutte le mattine, sempre con quella stessa macchina. Passando dal carcere maschile, dove un gruppo di detenuti incatenati e ammanettati attendeva di salire su un carrozzone tutto chiuso, disse: “Il Pubblico Ministero ha chiesto 30 anni per me e 30 anni per quello lì” e mi indicò un figuro basso, brutto, sporco, con la testa quasi deforme e con un fazzoletto bianco ai polsi. Aggiunse: “L’ha ammazzata lui”. 
L’automobile fece il Lungotevere, salì, scese, scivolò in un cortile buio. Ci misero in camera di sicurezza nei sotterranei del Palazzo di Giustizia. La donna dall’aspetto dolcissimo parlava e fumava. Io pensavo al momento che avrei rivisto tutti i ragazzi. Erano passati 13 mesi dalle riunioni in casa mia e del nostro incontro sul sagrato del Duomo. Mi pettinai, mi diedi anche un po’ di cipria. Ero serena, ero allegrissima. Si aprì la porta. Chiamarono per nome e cognome la Mamma e poi me. Vidi una fila di uomini con le manette. Vidi una fila di uomini incatenati. Nella semioscurità non distinsi nessuno, non riconobbi nessuno. Mi sentii chiamare: Anna! Vidi Guido Bersellini, e ancora Anna! Vidi Luciano Bolis e tutti gli altri. Molti non li ricordavo, alcuni non li conoscevo. Su per una scaletta strettissima ci guardammo più da vicino e ci scambiammo qualche parola. Alle nove circa entravamo in aula. La pensavo più grande, più austera, più cattiva “l’aula della morte”. Dopo poco cominciarono ad arrivare gli avvocati. Cassinelli arrivò per primo e mi chiese: “È lei la Canitano?” Risposi: “Sì”. Sorridevo. Mi disse: “Non sorrida così. Per una donna in questi casi è più opportuno piangere”. Impossibile, pensai, e tornai a sorridere. 



Il processo durò circa 9 ore, con tre interruzioni di 5 minuti. Il Presidente interrogò brevemente gli imputati, vennero Memorie 28 Memorie ascoltati alcuni testi a difesa. Qualche interruzione da parte degli avvocati. Poi ecco il grande momento requisitorio del Pubblico Ministero. Lo ascoltammo attentissimamente. Ci aspettavamo di peggio. Ci guardammo l’un l’altro soddisfatti. Il Tribunale uscì. Cinque minuti di intervallo. Mangiammo cioccolato, caramelle, prugne secche. Eravamo allegrissimi. Ci sentivamo bene, veramente bene. Chiesi a un carabiniere se potevo uscire un momento. Mi accompagnò e ci inoltrammo nei sotterranei drammaticamente contorti e male illuminati del Palazzo di Giustizia. Tornai in aula. Dopo poco: un braccio che si irrigidisce, un pennacchio che si erge, un battere di tacchi e un carabiniere grida: “Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato” (per la cronaca noi lo chiamavamo il Tribulatorio Specializzato per la Distruzione della Società). Parlarono gli avvocati. Parlò per primo Giuseppe Sotgiu. Poi parlò D’Amico, con la sua aria bonaria e persuasiva. Poi Malcangi, umoristico e pungente. Poi parlarono altri senza importanza. Infine parlarono Angelucci e Comandini. Parole coraggiose contro il fascismo Due difese che non dimenticherò facilmente. Veementi, coraggiose, piene di forza, di verità, di convinzione. Il Presidente e il Pubblico Ministero si guardavano ogni tanto, agitati. La voce di Federico Comandini tuonava nell’aula e si scagliava senza remissione contro il Tribunale Speciale, la sua illegalità, l’assurdità dell’accusa, contro il fascismo, tutto contro la gioventù vile, vuota che aveva allevato. Quando terminò eravamo entusiasti. Il Tribunale si ritirò per decidere. L’attesa fu brevissima. Rientrò, preceduto dal solito grido annunciatore. Ci alzammo in piedi. Presidente e giudici avevano tutti il cappello in testa. Si irrigidirono tutti nel saluto fascista. In quell’atteggiamento la divisa fascista si faceva più prepotente, più assurda, più detestabile. Il Presidente lesse la sentenza, ci guardò e dichiarò chiusa l’udienza. Quando uscimmo era buio. Le condanne erano state lievi. Credevamo peggio. La Mamma ed io eravamo state assolte per insufficienza di prove. Montammo tutti nel carrozzone che ci doveva riportare in carcere. I ragazzi fumavano, parlavano forte. Erano tutti sereni, allegri, sicuri. Luciano mi chiese: “Hai una matita, per caso?” L’avevo in tasca e gliela diedi. Era stato condannato a 2 anni, una matita in carcere è un oggetto prezioso. Pier Luigi Tumiati mi pregò di accendergli la sigaretta. Con le mani legate non poteva. Un ragazzo slavo, Matjan Bronislav, mi pregò di andare da un suo compagno e portargli notizie. Guido mi chiese se andavo subito a Milano. Il carrozzone si fermò davanti al carcere maschile.Ci salutammo allegri e commossi. Ci stringemmo forte le mani. Baciai Guido e Luciano. “Allegri ragazzi e arrivederci a presto”. Il carrozzone proseguì fino alle Mantellate. Avevamo una gran fame. Feci le scale di corsa e arrivai alla mia sezione gridando: “Siamo state assolte per insufficienza di prove. Domani usciamo”. Mangiammo minestra, un uovo sodo, un pezzo di pollo e del cioccolato. Ci addormentammo. Passarono altri 5 giorni. Il 30 novembre venne l’ordine di scarcerazione. È una gioia che non si può capire, se non la si è provata. Dopo sette mesi e mezzo tornavamo libere. Libere e non vi dico altro. L’avventura era finita. In Questura ci diedero il foglio di viaggio con il quale dovevamo rientrare a Milano entro 3 giorni. All’Ufficio di Polizia della stazione insieme ai biglietti ci diedero 10 lire. Cinque per ciascuna. Le conservo ancora. Guardai la stazione di Roma e pensai a tutte le volte che ero partita da quei binari, che ero arrivata a quei binari. Nient’altro. L’avventura era finita. Non pensavo davvero che a distanza relativamente breve me ne sarebbe toccata un’altra, forse più emozionante. Ma questa la racconterò un’altra volta.


Monday, 19 August 2019

Denniston and Sword Families of Glasgow

My great grandmother, Georgina Henrietta Thomson, was the granddaughter of Margaret Cuthbertson Sword. She was the daughter of James Sword whose silhouette is reproduced below.


A good account of the Westhorn estate and its descent through heiresses and their marriages.


Annabella Gray married Henry Wardrop and they had one daughter.


I can't remember why I included this. Perhaps the Gray connection. Annabella was the daughter of John Gray of Dalmarnock.

I am confused as to the identity of James Grey Dennistoun, Are Grey and Dennistoun just variant spellings in this case? Was this person's mother Elizabeth Wardrop? One genealogist makes him the same person as his father.





Again the Dennistoun spelling, but definitely of Westhorn. She is my ancestor.

Alexander Bruce Dennistoun is, I believe, Mary-Anne's brother.








This must be James Dennistoun who married Elizabeth Wardrop. So he had a brother George and presumably a sister, Mary-Anne.



Annfield House, built in c 1770 and photographed by Thomas Annan in 1870, just before its demolition. The mansion appears to have become a school building by 1870, as the wall bears the sign "Annfield House Academy." Some girls are sitting with a woman (their teacher?) in the foreground.
Annfield was located in the once rural suburbs of Dennistoun, located about a mile from the city centre between Duke Street and Gallowgate. The estate's western boundary, popularly known as "The Witch Loan", was paved, widened and renamed Bellgrove Street.
In 1666, the land belonged to James Bogle, merchant in Glasgow and it remained with that family for more than 100 years. In 1750 it was acquired by Robert Tennent, who opened Glasgow's leading hotel, the Saracen's Head, in 1754. Tennent sold the estate to another Tennent, a tobacco merchant whose son built the house shown in the photograph. He named it "Annfield" for his wife, whose maiden name was Ann Park.
Annfield was sold to James Sword Snr in 1791. He built wings to the house and a large addition at the rear, before his death in 1852. The merchant John Reid acquired the property and added neighbouring land to the estate, and after Reid's death it was acquired by Alexander Dennistoun of Golfhill, for whom Dennistoun is named. The house was demolished in 1870 and tenements built on the estate. The names Sword Street, Reidvale Street, Annbank Street and Annbank Place are reminders of the house and its history.
Reference: Sp Coll Dougan Add. 73
Glasgow University Library, Special Collections
[https://www.theglasgowstory.com/image/?inum=TGSB00230]


The Edinburgh Magazine, 1793


Scots Magazine, 1819

Edinburgh Annual Register, 1823

The Scots Magazine, 1792 [?]

The Magazine of the Wesleyan Methodist Church, vol.70










18 July 1851

25 July 1851



Wednesday, 14 August 2019

Van Hier: Gioacchino Hierschel de Minerbi 1834–1905

My webhost deleted my site about this Triestine artist without warning. I am attempting to recreate the site here, but unfortunately I only have the images and not the text. At the moment I have uploaded the images but they need sorting and labelling, and the images need captions.


The Hierschel Family of Trieste


'...in the last decades of the eighteenth century... amongst the city's wealthy and prominent families were those of Joachim Hierschel from Hamburg...' (Dubin, p.22)

'Important communal officials lived outside [the ghetto], such as the beadle Vita Gattegno and the Capi Joachim Hierschel and the Luzzatto brothers.' (Dubin, p.27)

"In the late 1790s... the Borsa deputies chose long-time member Abram Hierschel as one of the additional six to help them supervise the erection of the new neoclassical Borsa.' (Dubin p.32)

'In 1812, Filippo Hierschel's personal fortune was estimated at 80,000 florins, far and away the highest of the twenty-five members of the Municipal Council.' (Dubin, p. 239)

'1770: ...the community asked their well-connected court agent Joachim Hierschel to present their case directly to Vienna.' (Dubin, p. 245) Hierschel-Minervi, Nobles 1857 Baron (1877 Saxe-Meiningen), (converts), styled Counts in Italy, Hiromi Hierschel of this family was a moderately successful painter.




Arms


Hierschel de Minerbi Écartelé: aux 1 et 4, de gueules, à un épi d'or sur une terrasse de sinople, accosté et tenu par deux lions affrontés d'argent; au 2, d'azur, à une tête et col de cerf d'or; au 3, d'azur, à un vaisseau d'or, habillé d'argent, voguant sur une mer du même. Deux casques couronnés.

Motto: INTEGRITATE ET INDUSTRIA



Gioacchino Hierschel de Minerbi

Gioacchino Hierschel de Minerbi was born 18th March 1834 in Trieste, then the port of the Austrian Empire, the son of Leone Hierschel, a member of one of Trieste's leading Jewish families, and Clementina Minerbi. He had a sister, Ernesta, born in 1854, and also a Clara Zoe and possibly an Elodia; and a brother, Oscar, the diplomat. He trained as an artist, and spent his twenties and thirties painting in Holland, Dordrecht and Rotterdam and studying at the Academy in The Hague. It was whilst living here that he adopted the name Joachim Van Hier, signing all his works 'Van Hier'. He seems to have spent the latter years of his life in London, producing large numbers of picture postcards for Raphael Tuck and Sons painting under the name of Professor Van Hier, and working in the style of the Impressionists, helping to popularise their style to a wider audience. He specialised in sunsets, river scenes, often the Thames, views of Venice, dramatic stormy sea scenes and rural landscapes, with distinctive impasto techniques in his skies, and a typical use of yellow, and an individualistic representation of the human figure foreshadowing Lowry. He was living in St James, London, according to the 1881 census. He married Hannah Rawlinson in Brighton in 1893. He died in London on 23rd February 1905.

Addendum: I recently discovered that he married a second time at the end of his life. I shall try to add the details when I am in better health. 

Postscript 2019: I suspect that he was married but once to Hannah Rawlinson. I think Selina Curtis married Frederick Derviller.








Family Tree

The Hierschel Family of Trieste



'...in the last decades of the eighteenth century... amongst the city's wealthy and prominent families were those of Joachim Hierschel from Hamburg...' (Dubin, p.22)

'Important communal officials lived outside [the ghetto], such as the beadle Vita Gattegno and the Capi Joachim Hierschel and the Luzzatto brothers.' (Dubin, p.27)

"In the late 1790s... the Borsa deputies chose long-time member Abram Hierschel as one of the additional six to help them supervise the erection of the new neoclassical Borsa.' (Dubin p.32)

'In 1812, Filippo Hierschel's personal fortune was estimated at 80,000 florins, far and away the highest of the twenty-five members of the Municipal Council.' (Dubin, p. 239)

'1770: ...the community asked their well-connected court agent Joachim Hierschel to present their case directly to Vienna.' (Dubin, p. 245) Hierschel-Minervi, Nobles 1857 Baron (1877 Saxe-Meiningen), (converts), styled Counts in Italy, Hiromi Hierschel of this family was a moderately successful painter.

Arms

Hierschel de Minerbi Écartelé: aux 1 et 4, de gueules, à un épi d'or sur une terrasse de sinople, accosté et tenu par deux lions affrontés d'argent; au 2, d'azur, à une tête et col de cerf d'or; au 3, d'azur, à un vaisseau d'or, habillé d'argent, voguant sur une mer du même. Deux casques couronnés.
Motto: INTEGRITATE ET INDUSTRIA

Biblioteca Statale Isontina
Via G. Mameli 12, 34170 Gorizia

COLLOCAZIONE Miscell.B.2084
INGRESSO 16605
TITOLO Per le auspicate nozze Hierschel - Morpurgo. Saggio dai canti di Raffaello Zovenzoni.
SPOSO HIERSCHEL ?
SPOSA MORPURGO ?
AUTORE ZOVENZONI Raffaello
CURATORE VIVANTE M.
LUOGO Trieste
TIPOGRAFO Lloyd aust.
ANNO 1864
NOTA MS 
SUPPORTO Opuscolo
COLORE Verde
CM 26
PAG 10 carte
NOTE -
NUMERO SCHEDA 893



MORPURGO Enrico, de - HIERSCHEL Eloida, de scheda 42357890947951

Neues Adels-Portefeuille 1200 bis 1945

Vermischte Quellennachweise auf Lebensläufe und GenealogienHierschel-Minerbi (Hierschel), Grafen v., Hypothese zur Geschlechtsgenesis

La Famiglia Hierschel

Federica Vetta, in «Shalom Trieste»

Nell'anno 1833 l'architetto Antonio Buttazzoni puu' finalmente vedere conclusi i lavori di edificazione dell'ultimo impegnativo progetto che porta la sua firma. La casa, sita al numero 9 dell'antica via del Corso, gli e' stata commissionata dal facoltoso commerciante ebreo Moise' Hierschel. membro del 'Consiglio ferdinandeo', proprietario di diversi immobili sparsi in vari rioni della citta' - tra i quali il Teatro Grande che acquista nel 1835 dagli eredi del conte Antonio de Cassis Faraone - Moise' Hierschel sembra voler sancire con la costruzione di questa sua nuova dimora l'avvenuta acquisizione di un ben preciso status sociale ed economico. L'edificio, che e' destinato a restare una delle poche case di lusso della prima meta' dell'Ottocento e che ha certamente tutti i requisiti per essere considerato uno 'degli esempi piu' raffinati' del neoclassico triestino, si erge simbolicamente al confine tra la Cittavecchia - antica area del ghetto ebraico da dove la famiglia idealmente proviene - e il Borgo teresiano, estremo atto di razionalizzazione urbanistica che la Monarchia asburgica viene elaborando in quegli anni in questa richissima citta'-emporio, al cui sviluppo la famiglia Hierschel offre un suo contributo specifico.

Clementina de Minerbi

Sempre in questo stesso anno 1833, il giorno 22 del mese di febbraio, la famiglia Hierschel e' protagonista di un altro avvenimento destinato a lasciare il segno nelle cronache mondane della citta'. Il figlio di Moise', Leone, si unisce in matrimonio con Enrichetta Clementina, fiflia del cav. Caliman de Minerbi, membro del Consiglio Decennale della Comunita' israelitica, 'grande azionista e dirigente del settore assicurativo', attivo promotore della Societa' Filarmonico Drammatica di Trieste, istituzione destinata ad avere un ruolo decisamente rilevante nella vita culturale della citta'.
"Tra gli invitati, - si legge in una ricostruzione dell'evento - le autorita' ed i cittadini piu' cospicui. Mancava solo il governatore, ammalato, ma era presente la contessina sua figlia col fratello. davanti alla casa della sposa attendevano oltre quaranta carozze. Dopo la cerimonia ci fu un rinfresco e, mentre i cattolici presero congedo, gli ebrei continuarono a brindare per tutta la notte. La casa di Caliman de Minerbi era sorvegliata da sei guardie, convocate per proteggere i gioielli ed i regali, che insieme costituivano un tesoro... Le gioie che la sposa ricevette in dono dal marito erano stimate 79 mila fiorini. Da parte sua il vecchio Hierschel dono' al figliolo quale regalo di nozze, l'edificio della vecchia dogana e una grande casa sul Canale."
I festeggiamenti si protaggono per otto giorni. Il 25 febbraio ha luogo una grande accademia, nella quale si esibisce nel bel canto anche la stessa Clementina, allora allieva del maestro Adolfo Bassi, compositore napoletano di una certa notorieta;, approdato a Trieste come impresario del teatro Grande (del quale, lo ricordiamo ancora una volta, Moise' Hierschel e' proprietario) e animatore della sezione musicale della gia' citata Societa' Filarmonica Drammatica, in collaborazione con Alessandro Scaramelli e Giovanni Panizza.

Il salotto di Clementina Hierschel

Come ogni famiglia dell'alta borghesia, anche i coniugi Hierschel organizzano nella loro nuova dimora un salotto che nel giro di pochi anni diventa uno dei piu' ambiti ritrovi artistico-cultuali della citta'. Pittori, scultori e letterati sono sopiti fissi della coppia. Anche la musica ha naturalmente un suo ruolo importante. E' anzi proprio in nome del «far musica» che Clementina - come la maggior parte delle mogli e madri di famiglia del ceto alto-borghese triestino del tempo - conserva gelosamente erafforza, sul piano privato, quello stretto reticolo di relazioni tra famiglie d'élite che Leone intesse sul piano pubblico degli affari da un lato e della sociabilita' dall'altro (non dimentichiamo infatti che come il suocero Caliman de Minerbi prima di lui, anche leone prendera' parte attiva alla direzione della Societa' Filarmonica Drammatica, facendosi eleggere nel 1837 nel suo consultorio).
'Brillante era in quegli anni a Trieste il salotto di Clementina Minerbi... Nel suo palazzo sul Corso... conveniva intorno a questa signora, di sensibile intelligenza e di versatile cultura, il fiore delle dame triestine: la bellissima Elisa de parente-Morpurgo, Clorinda e Carolina Sartorio, Erissena Simeoni-Cappelletti, Giuseppina Cappeller-Rossi, Elena Goracuchi, tutte appassionate di musica, e ottime delettanti di clavicembalo e di canto".
Sono queste dame de destinatarie di molte pagine musicali prodotte a Trieste in quel periodo. In particolare a Clementina Hierschel de Minerbi vengono dedicate le composizioni di autori quali, a titolo di esempio,. G. Gajani, Luigi Sartori, Giuseppe Alessandro Scaramelli, Giovanni Panizza. Sempre a Clementina Hierschel viene dedicato anche un 'Andante sentimentale per pianoforte' dal titolo Affetti Materni op.33, che Luigi Milella compone 'in occasione - questo e' quanto si legge sul frontespizio dello spartito - delle faustissime Nozze / della Nobil Sig.na / Elodia de Hierschel / col sig. cav. Enrico de Morpurgo'. Ancora alla figlia di Clementina, Clara Zoe, Antonio Freschi dedica un capriccio per violino e pianoforte dal titolo Festa campestre.
Certo, tutte queste -  salvo rare eccezioni - non sono che composizioni d'occasione, che non vanno aldila' di un convenzionale stile salottiero, decisamente poco rilevanti da un punto di vista squisitamente musicale. Tuttavia esse rappresentano, assieme alla frequenza con la quale il nome Hierschel viene associato agli eventi musicali della citta'. la prova piu' tangibile della centralita' che la famiglia assume nel panorama musicale e culturale cittadino. In questo senso non poco contano da un lato il possesso da parte della famiglia dell'edificio del teatro, dall'altro la sua 'militanza' in ruoli direttivi all'interno della Societa' Filarmonico Drammatica. In ogni caso, non secondaria e' proprio la rilevanza del salotto di Clementina come polo di attrazione dei ceti sociali piu' elevati, come centro di promozione e propagazione di tutte le arti.

Teatro Verdi, Trieste

Destinato a sostituire il piccolo, settecentesco Teatro San Pietro, il Teatro che il 24 aprile 2001 festeggia il suo bicentenario, fu edificato nel periodo che vide la conflittuale alternanza delle occupazioni franco-napoleoniche e del potere absburgico.

1798 - Giannantonio Selva, Progetto per la costruzione del Teatro Nuovo, per conto del Sig. Giovanni Matteo Tomasini.
Sezione longitudinale (Archivio Storico dell'Ufficio Tecnico Comunale di Trieste)
La sua storia ha inizio infatti nel 1798 quando il rappresentante del Granducato di Toscana a Trieste - il commerciante Gian Matteo Tommasini - cede la proprietà del terreno al Conte Cassis-Faraone, primo proprietario del Teatro, che nel 1835 passerà a Moisè Hierschel. Nel 1861 gli eredi Hierschel lo cedono al Comune.

1798 - Giannantonio Selva, Progetto per la costruzione del Teatro Nuovo, per conto del Sig. Giovanni Matteo Tomasini.
Fianco, Prospetto verso mare, prospetto principale, prima proposta (Archivio Storico del Museo Correr)
Così l’edificio inaugurato come Teatro Nuovo e divenuto Teatro Grande nel 1820, dal 1861 si chiamò Teatro Comunale, prima di assumere, alla morte del Maestro, il nome di Verdi.

1835 - Antonio Buttazzoni (attr.), proposta di riforma del Teatro Nuovo per conto del Sig. Matteo Hierschel.
Abbozzo, Pianta del primo e del piano terreno (Archivio Storico dell'Ufficio Comunale di Trieste)
Contrastata è la genesi architettonica alla quale concorrono sia Gian Antonio Selva (lo stesso della “Fenice” di Venezia) autore del disegno generale e dell’interno, sia Matteo Pertsch, cui si deve la progettazione definitiva della facciata, memore del Piermarini (l’architetto della Scala) più volte interpellato come consulente.

1848 - Nicolò Pertsch dis., Broili del. Veduta prospettica del Teatro Nuovo. (Coll. priv.)
Complessa è la storia delle decorazioni interne e dei periodici restauri, l’ultimo dei quali risale al 1992-1997 con la ristrutturazione dell’intero edificio storico, che ha recuperato l’aspetto originario della sala.

1882 - (ante), La facciata verso il mare del Teatro Comunale vista dal molo San Carlo (civici Musei di Storia ed Arte di Trieste)
Dalla originaria illuminazione a candele e ad olio, il teatro è passato nel 1846 alla illuminazione a gas, e nel 1889 alla luce elettrica. Dai 1400 posti del 1801 è passato ai 2000/2100 (in buona parte “in piedi”) di fine ottocento. Dopo un lungo periodo di agibilità ridotta a un migliaio di posti, il “Verdi” ha attualmente, a seguito dell’ultima ristrutturazione, la capienza originale di circa 1400 posti.

Il Teatro Lirico "Giuseppe Verdi" ai giorni nostri
Altrettanto complesse sono le vicende che hanno attraversato la vita artistica del Teatro: dalle fortune e dalle sfortune degli impresari privati ottocenteschi alla costituzione dell’Ente autonomo nel 1936 (sovrintendente Giuseppe Antonicelli, con l’interregno postbellico di Cesare Barison), fino alla recente Fondazione.

Adelina Drysdale Munro

Adelina Drysdale Munro nació en Buenos Aires el 19 de septiembre de 1896. Era hija de Thomas James Drysdale y de Elisabeth Mary Munro. En su honor su abuelo materno Duncan MacKay Munro bautizó una estación de trenes del Ferrocarril Central, que une Córdoba con Buenos Aires, y que él administraba, dando origen a la actual localidad de Villa Adelina, en el partido de San Isidro, 20 km. al norte de la ciudad de Buenos Aires.
Su madre luego de quedar viuda se casó en segundas nupcias con el conde italiano Francesco Bottaro Costa y de esta forma la pequeña Adelina comenzó a frecuentar a las familias más aristocráticas de Buenos Aires y tomó contacto con la nobleza europea, especialmente con los nobles italianos.
El 10 de septiembre de 1917 contrajo matrimonio en París con el príncipe italiano Mario Colonnaduque de Rignano(Roma, 28/02/1886-9/07/1938), del que tuvo cinco hijos:
  • Maria Vittoria, nacida en Roma el 2 de agosto de 1918, esposa de Francesco Mario Theodoli, de la familia de San Vito.
  • Oddone, nacido en Roma el 22 de octubre de 1919, duque de Rignano (1938). Casado con Maria Luisa Bergozzi en 1944.
  • Fabio, nacido en Roma el 11 de marzo de 1921, casado con Elisabetta Galletti en 1946.
  • Stefano, nacido en Roma el 7 de septiembre de 1924. Casado con Diana Hierschel de Minerbi en 1967.
  • Livia, nacida en Roma el 7 Agosto de 1932, esposa de Paolo Cenci-Bolognetti, príncipe de Vicovaro.

Adelina falleció el 14 de diciembre de 1942 en Roma, a los 46 años de edad.
Su vida ha sido tratada extensamente en el libro Adelina...la princesa de Francisco Diurno, publicado en 1991.

Colonna

                                                                                                
           4   Don Stefano Colonna                                                             
               Born 7 September 1924 Roma                                                               
               Married 1967                                                                             
               Diana, dei Conti Hierschel de Minerbi                                                    
               Born 1934                                                                                
                         Children, Generation XVI-10   

ARMIR
Gli Italiani in Russia. Il dramma della ritirata.

Sotto tenente Antonio Hierschel de Minerbi

Obituary: Carlo Alberto Chiesa
Nicolas Barker

MILAN is a businesslike city; its streets do not encourage you to dally. But, as in other Italian cities, facades conceal graceful courtyards or, beyond, hidden gardens. 11 Via Bigli is like this, except that on the far side of its courtyard the door gives on to, first, an anteroom featuring a large wooden architectural model of a Renaissance cupola and with beautiful documents framed on the walls, and then a large room shelved on three sides, and dominated by a long high table, strewn with books, carefully chosen to catch your eye or taste, and other objects, some exquisitely made of glass.This, for more than 40 years, was the "Studio" of Carlo Alberto Chiesa, for almost as long one of the dominant figures in the European old book trade. He was born in 1926, the son of Pietro Chiesa, who was a famous designer of glass (hence the pieces on the table), a commanding figure in the applied arts and founder of the "Fontana Arte" group. He was also a great collector of everything except books, and his son inherited his connoisseur's eye.
Growing up in the Second World War, a law student just after it, Chiesa found his vocation at Paris, whither he went in 1949. He haunted the Parisian bookshops, notably that of Marc Loliee, who became his friend and mentor. He earned the respect of the legendary Galanti, then in his apartment in Montmartre, where every piece of furniture, even the bath, useless since there was nothing to heat the water, was full of books. Chiesa had an intuitive sense of the importance and tactile qualities of books, so much so that he could buy a book in one shop and sell it on to another, making a profit on what he could see and others had missed. In 1953 he returned home to Milan, first to the Piazza Sant' Erasmo, and then in 1956 to the Via Bigli. It was never, in any ordinary sense, a shop. As in Paris, his idea was to find the books he liked and then to put them in the hands of those who would appreciate them as much as he did. His discretion, equally, was complete; without concealing his customers' identity, he never discussed their affairs or interests unless required to do so. But no major buyer could afford to ignore him, since his grasp of the market, not only for Italian books of all periods (though that was his staple) but any fine book, was powerful. If private collectors benefited most from his taste and ability, he also admired the great public collections. As a loyal Milanese, the Biblioteca Ambrosiana had first call on his expertise, and successive Prefects owed much to his help. The late Franklin D. Murphy esteemed him, and the wonderful library of early Italian books that bears Murphy's name at the University of California at Los Angeles owes much to Chiesa's wise counsel. Since the late 1950s and the Dyson Perrins sales, Chiesa was a notable presence at almost every important sale, although he disliked publicity and preferred to buy as well as sell privately. But Christie's sale of the Feltrinelli collection two months ago was a challenge he could not refuse; though mortally ill, he triumphed once again. Chiesa did not deal just in grand books; he could see the delight of quiet humble ephemera. It was the same with people; he was hospitable to all, though his first love was for his wife and family, with whom he went climbing in the Dolomites every year. Nicolas Barker Carlo Alberto Chiesa, bookseller: born Milan 17 September 1926; married 1961 Elena de Hierschel de' Minerbi (four sons); died Milan 25 January 1998.
Copyright 1998 Newspaper Publishing PLC

Civica Biblioteca - Archivi Storici "Angelo Mai" - Piazza Vecchia, 15 - 24129 Bergamo

11. DONIZETTI GAETANO: Lettere e documenti autografi acquistati dalla signora Elena de Hierschel de Minerbi, via Bigli 15 Milano il 4 settembre 1991. La raccolta comprende 66 scritti (1797-1848), suddivisi in 5 fascicoli contrassegnati con le lettere A-B-C-D-E:
  1. 34 lettere autografe al padre, al fratello, al nipote, a collaboratori ed amici italiani e stranieri (1823-1846; 2 biglietti da visita con autografi e 2 frammenti di lettere autografe.
  2. 5 lettere e 2 biglietti di mittenti vari a Gaetano Donizetti.
  3. 9 lettere di parenti o indirizzate a parenti di Gaetano Donizetti.
  4. 6 fra certificati, contratti e libretti d'opera (in parte autografi).
  5. 6 composizioni poetiche manoscritte e inedite di autori vari in onore di Gaetano Donizetti.
Inventario analitico della Raccolta in Salone Furietti: Indici, Repertori …







Precenicco








Transliteration and Translation (in progress)


Hierschl-Minerbi, Joachim (Maler, geb. Zu Triest 18. März 1834). Der Sohn wohlhavender jüdischer Eltern, welche in Triest sesshaft sind, wo auch Joachim seine künstlerische Ausbildung erhalten hat. Seine ersten Lehrer waren Merlato und Fiedler [Bd. IV, S. 225] in Triest, später in Wien van Haanen [Bd VI, S. 100] und Püttner, auch besuchte er die Kunstakademien zu Venedig, Mailand und Florenz. Reben der Oel- und Aquarellmalerei verlegte sich H. auch auf die Lithographie und Radirkunst. In Wien erscheint H. zuerst mit seinen Gemälden im Jahre 1856 in den Austellungen des österreichischen Kunstvereins und in nämlichen Jahre auch in der Kunstaustellung zu Mailand. Seit dieser Zeit hat er die Monatsaustellungen des erstgenannten Vereins in bald grösseren bald kleineren Zwischenräumen immer wieder beschickt. Es waren daselbst ausgestellt: 1856, im März: “Canol-Landschaft im Mondlicht”; - im Juli: “Landschaftbild an der dalmatinischen Küste”; - im August ein zweites Motiv derselben Küstengegend; - im December: “Umgebung von Bagni bei Lucca; - 1857, im Jänner: “Canal-Partie” (vom Kunstvereine angekauft um 65 fl.); - “Nach dem regen” vom Kunstvereine angekauft um 75 fl.); - “Abendlandschaft”; - im März: “Ideale Landschaft”; - “Sonnenuntergang”; - 1858, im Februar: “Nach dem Gewitter”; - im Juni: “Ein Morgen”; - “Insel Murano bei Venedig”; - 1859, “Partie aus der Umgebung Wiens”, - “Am Lido von Venedig”; - 1860: “Partie an der Donau bei Wien”. Die angeführten Bilder sind in den Ausellungen gewöhnlich als unverkäuflich bezeichnet. Von anderen Bildern H.’s sind anzuführen: Donaugegend, im Besitze des herzogs von Sachsen-Coburg-Gotha, von Canadelli gestochen; eine zweite von der Akademie der Künste in Venedig 1861 angekauft; - zwei Canal-Landschaften aus Venedig, beide im Besitze der Frau Herzogin von Parma; - verschiedene Ansichten des Lago di Como, Lago maggiore, aus Friaul, Istrien, Dalmatien, Ungarn, Veduten von Triest und Schönbrunn, viele kleinere Marinen, Canal-partien u. dgl. M. Auch hat er eine Sammlung von Ansichten aus den verschiedenen Provinzen des Kaiserstaates lithographirt. In jeder Folge von Bildern, welche einer Provinz angehören, soll der landschaftliche Charakter derselben dargestellt werden. Vollendet ist ferner eine Reihe von Aquarellen, Eisenbahnstationen auf der Strecke Wien-Triest darstellend. Im Jahre 1856 erschien auch das Werk: “Collection des gravures à l’eau forte composees et gravees par J. Hierschl” (Wien, M. Auer, Fol.). Es ist diess eine Serie von 30 Blättern, deren jades mit dem Monogramm H.’s bezeichnet ist und worin alle verschiedenen Radirungsmethoden dargestellt werden, nämlich die freie radirung mit Rouleau, mit halber und mit ganzer Aquatinte u. s. w., und zwar so, dass immer einige Blätter bloss in der einen von den angeführten Methoden ausgeführt sind. Die Wahl der Motive wechselt; es sind flache und gebirgige Landschaften, Wald- und Canalpartien, Abendlandschaften, Mondschein, Figurenbilder u. dgs. M., und der figuralische Theil ist durch verschiedene Scenen aus dem Alltagsleben vertreten. Dem Werke ist als instructiver Theil beigegeben ein “Aperçu historique et scientifique sur l’histoire et les procedes de la gravure à l’eau forte”, worin in Kürze, aber doch dem eiwas pomphaften Titel nicht entsprechend, die geschichte der Kupferstecherei nebst den verschiedenen Methoden des Radirens abgehandelt wird. Anlässlich dieses Werkes, welches H. an mehrere Regenten geschicht, wurde er von denselben, wie von Belgien, Portugal, Parma mit Ordern, von Toscana, Griechenland mit medaillen ausgezeichnet. H. ist Mitglied dr Akademie der schönen Künste in Venedig und in Parma, thätiges Mitglied mehrerer anderer Vereine und steht an der Spitze des Auschuffes zur Errichtung des Reffel-Monuments in Triest. In Freiburg erwarb er sich die philosophische Doctorwürde. Seit einigen Jahren lebt er in Wien.


Hierschl-Minerbi, Joachim (painter, born in Trieste on March 18 1834). The son of wealthy Jewish parents, who are settled in Trieste, where Joachim received his artistic training. His first teachers were Merlato and Fiedler [Bd IV, p. 225] in Trieste, later in Vienna van Haanen [Bd VI, p. 100] and Püttner, he also attended the art academies in Venice, Milan and Florence. Efforts of oil and watercolour paintings are moved to the H. lithography and Radirkunst. In Vienna H. appears first with his paintings in 1856 in the Austrian art exhibitions of the association and same years also in the art exhibition in Milan. Since that time, he has monthly exhibitions of the first major soon Association in smaller spaces soon repeatedly numbers. It was there issued: 1856, in March: "Canal landscape in the moonlight" - in July: "Landscape picture on the Dalmatian coast" - in August for a second motive same coastal area - in December: "Surroundings of the Bagni at Lucca; -- 1857, in January: "Canal-lot" (from the art clubs purchased for 65 fl) - "After the lively" by the art clubs purchased for 75 fl); - "Evening Landscape" - in March: "Ideal Landscape"; -- "Sunset" - 1858, in February: "After the storm," - in June: "One morning," - "Island of Murano near Venice" - 1859, "consignment from the surrounding Vienna" - "On Lido Venice "- 1860:" consignment on the Danube near Vienna. " The pictures are shown in the Ausellungen usually considered unsaleable. From other images H. 's so: Danube area, in possession of the Dukes of Saxe-Coburg-Gotha, Canadelli razor, a second of the Academy of Arts in 1861 Venice purchased; - two Canal landscapes from Venice, both in possession of the Duchess of Parma; - different views of Lake Como, Lake Maggiore from Friuli, Istria, Dalmatia, Hungary, Veduten of Trieste and Schoenbrunn, many smaller marinas, Canal-partien etc. M. Also, he has a collection views from the various provinces of the imperial state lithographirt. In each sequence of images, which belong to a province, the scenic character of that display. Full Ends is also a series of watercolours, railway stations on the route Vienna-Trieste depicting. The year 1856 also saw the plant: "Collection of gravures forte à l'eau et gravees par composees J. Schlauch Here" (Vienna, M. Auer, Fol). Diess It is a series of 30 sheets, each with the monogram H. 's means and with all the different Radirungsmethoden [engraving techniques] being represented, namely the free radirung [engraving] with Rouleau, with half and full aqua ink so forth, so that always some sheets only in one of the above methods are executed. The choice of motifs changes,
flat and mountainous landscapes, forest and Canal views, evening landscapes, moonlight, figures and images dgs. M., and the figuralische Theil is through various scenes from everyday life. The works is instructiver Theil added as a "Aperçu historique et sur l'histoire scientifique et les procedes gravure de la forte à l'eau", which will soon, but the eiwas pomphaften title is not in accordance with the history of Kupferstecherei [copper etching] addition to the various Methods of Radirens cover. During this work, which is an H. historical several regents, he was the same as proposed by Belgium, Portugal, Parma with orders from Tuscany, Greece with medals. H. is a member dr Academy of Fine Arts in Venice and in Parma, thätiges member of several other clubs and is at the forefront of establishing the Auschuffes-Reffel Monuments in Trieste. In Freiburg, he is philosophy Doctor dignity. For several years he has lived in Vienna.





University of Freiburg 1860


Signatur: B038 / 104
Prov.: Phil. Fak.
Umfang: 1 Fasz.
Laufzeit: 1860-1861
Titel: Beilagen zu den Protokollverhandlungen des Dekans Ludwig Oettinger
Enthält u.a.: Einführung eines Anmeldungsbuches für Studenten; Beschaffung von Büchern; Verwendung der Überschüsse aus dem Baader-Weinbergerschen
Stiftungsfonds; Verleihung der Doktorwürde an Dietrich Kirchhoff, Heinrich Hemensperger, Stephan Uhl, Joachim Ritter von Hierschel-Minerbi, Bernhard Anton Schellen, Julius Maier, Carl Traub und Franz Schleweck; Bitte von A. Möllenbeck, C. Lattermann, Heinrich Holland und Valtentin Sauter um Verleihung der Doktorwürde;
Erstellung eines Vorlesungsverzeichnisses; Teilnahme des Dekans an der Säkularfeier der Universität Basel; Beschwerde des Professors Franz Josef von Buß über die Verweigerung der Aufnahme seiner Vorlesung in das Vorlesungsverzeichnis; Erhöhung der Mittel für das physikalische und mathematische Kabinett; Unterbringung von Gipsabdrücken der Universitätssammlung; Einrichtung einer zweiten Professur für Kameralwissenschaften; Bitte von Franz Sauter, Johann Abraham Merz, Rudolf Murs und Ferdinand Vemotti um Befreiung von den Kollegiengeldern; Aufstellung der Mitglieder des philologischen Seminars;
Wahl des Dekans; Aufnahme eines Kredits zu Anschaffungen für das physikalische Kabinett
Hemensperger, Heinrich
Geburtsdatum: 09.07.1828
Signatur: B038 / 105
Prov.: Phil. Fak.
Umfang: 1 Fasz.
Laufzeit: 1861-1862
Titel: Beilagen zu den Protokollverhandlungen des Dekans Anton Baumstark
Enthält u.a.: Verleihung der Doktorwürde an Heinrich Holland, Nikolaus Michael, Johann Georg Sauter und Franz Xaver Kraus; Stellungnahme der Fakultät zum Haushalt 1862/1863; Anschaffung von Apparaten für das physikalische Kabinett; Erstellung eines Katalogs der Münzsammlung;
Beurlaubung des Professors Friedrich Gfrörer aus gesundheitlichen



Extracted from a history of the Philosophy department

Josef Ressel




Text je z převážné části upravenou verzí úvodní stati publikace Dr. Jiřího Charváta a Mgr. Pavla Kobetiče "Josef Ressel a Chrudim", vydané roku 1987 chrudimským muzeem; stať o literárním ztvárnění osobnosti J. Ressela zpracoval PhDr. Miroslav Bastl, CSc.,


Dle matriky pokřtěných římskokatolického (tehdy děkanského) úřadu v Chrudimi se Josef Ludvík František Ressel narodil dne 29. června 1793 v domě čp. 124/I v Chrudimi v Široké ulici. Resselovi rodiče Antonín Heřman Ressel a Marie Anna, rozená Konvičková, se přistěhovali do Chrudimě zatím neznámo odkud - podle literatury někdy v roce 1791 nebo 1792, kdy se Resselův otec stal v Chrudimi výběrčím mýta a nápojové daně. To již měli syna Františka Antonína, narozeného 17. 1. 1791 v Čížkovicích (okres Litoměřice). Kromě Josefa se Antonínu Heřmanovi a Marii Anně Resselovým narodily v Chrudimi i dvě dcery, a to Viktorie (nar. 16. 2. 1795) a Marie (nar. 15. 5. 1797).



K slavnosti byl pozván i terstský Komitét pro postavení Resselova pomníku, jehož tříčlenná delegace vedená předsedou dr. Jáchymem, rytířem Hierschel-Minerbim, se do Chrudimě - jako host města - dostavila se synem Josefa Ressela, Jindřichem Resselem, který byl městem rovněž pozván a který se již tehdy velmi činně angažoval spolu s Cervo Reggiem pro uznání Resselovy priority vynálezu lodního šroubu a pro uctění jeho památky (názvem veřejného prostranství, postavením pomníku apod.).

http://www.gjr.cz/webstranky/eda2/03-skola/historie-ressel.php#a1



Summary by Ladislav Rezucha:

The article is a biography of Josef Ressel (Czech inventor, who invented screw propeller for boats).

In the summer of 1861 Dr Joachim, knight Hierschel-Minerbi, chairman of the Ressel Monument Committee in Trieste (now Italy), was invited with two other Committee members and Ressel's son Jindrich (or Friedrich in German) by the town of Chrudim for unveiling a memorial plaque on the house where Ressel was born. This large celebration took place on 29/06/1861 - the day of his birthday - which ended with a banquet on Strelecky Island. On this occasion, Jindrich Ressel was offered Honorary Freemanship.

Some clarification: Ressel lived in Trieste where he carried out his experiments but is buried in Ljubljana (capital of Slovenia), where he died during an official trip. Many of Trieste's citizens were honoured by the fact that they lived in the same town as such a great inventor and wanted to erect a monument to him. They elected a Monument Committee, who failed to carry out the task, because of the opposition of people who considered Ressel as Austrian and the enemy. That is why his bronze monument was erected in Vienna instead.



Wikipedia


40 Ressel Monument, Madersperger, Marcus

The tragic fate of Austrian inventors: About ship propellers, the sewing machine and about the first automobile.
Ressel, Madersperger, Marcus
Listen now!
VideoRessel Madersperger Marcus



Josef Ludvík František Ressel (in Czech) or Joseph Ludwig Franz Ressel (in German) or Josip Ressel (in Slovenian and Croatian) (June 29, 1793- October 9, 1857) was a Bohemian forest warden and the inventor of the ship's propeller.

Ressel was born in Chrudim, Bohemia, and worked as a forest engineer in Motovun, Istria (modern-day Croatia). He worked in Kostanjevica on the Krka river (modern-day Slovenia then Austrian Empire) where he tested his ship propellers for the first time. He relocated to Trieste (modern-day Italy, then Austrian Empire) where his tests were successful. He was awarded the propeller patent in 1827. He modified a small steam-powered boat Civeta by 1829 and test-drove it in the Trieste harbor at six knots before the steam conduits exploded. Because of this misfortune, the police banned further testing.

As early as 1804, the American John Fitch is credited with a screw propeller, which was unsuccessful. In 1836, the Englishman Francis Petit Smith tested a screw propeller similar to Ressel's. The first cross-Atlantic journey of a ship powered by a screw-propeller was in 1839, with Ressel's screw improved by the Swedish engineer John Ericsson. The propeller screw design stabilized in the 1880s.

Among other Ressel's inventions are pneumatic post and ball and cylinder bearings. He was granted numerous patents during his life.

He died in Ljubljana and is buried in the Navje cemetery.


150. Todestag von Josef Ressel




Josef Ressel, Erfinder und Forstmann, starb vor 150 Jahren am 9. Oktober 1857. Er absolvierte die Forstakademie in Mariabrunn bei Wien, wo jetzt ein Ressel-Denkmal steht und Institute des Bundesforschungs- und Ausbildungszentrums für Wald, Naturgefahren und Landschaft (BFW) untergebracht sind. Ressel fiel in der Forstakademie durch hervorragende Leistungen auf, hatte schnell unter den Mitschülern eine Führungsrolle inne und wurde von einigen seiner Lehrern besonders gefördert.

Wiederbewaldung des Karstes mit EicheRessel war ein typischer Altösterreicher: geboren 1793 in Böhmen, Jugend in Linz und Wien, vierzigjährige berufliche Tätigkeit, durchwegs im Forstbereich, in Unterkrain, Triest, Montana in Istrien und Venedig. Er kartierte unter anderem die Görzer und Flitscher Wälder, befasste sich mit den Problemen der Wiederbewaldung des Karstes und entwickelte eine Methode zur Bekämpfung des Borkenkäfers. Der gewissenhafte Forstmann Ressel hatte ständig Ideen, die er in die Tat umsetzte: einen Entfernungsmesser, einfache Pressen und – natürlich - die Schiffsschraube.






Size of this preview: 449 × 600 pixels
Full resolution‎ (1,701 × 2,272 pixel, file size: 915 KB, MIME type: image/jpeg)
Description

Joseph Ressel Denkmal im Resselpark in Wien (vor dem Hauptgebüude der Technischen Universität)
Source

Nikon E4500
Date

Jun 11, 2006
Author

Clemens PFEIFFER, A-1190 Wien




Rijksbureau voor Kunsthistorische Documentatie

Voorkeursnaam Hierschl-Minerbi, Joachim
1 hits in RKD images

Naamsvariant Hiersch-Minerbi, Joachim
Hier, Joachim van
Hierschel, Gioacchino
Hierschell, Gioachino

Opmerking zie naslagwerken


Man/vrouw/groep man

School Oostenrijks

Geboorteplaats/datum Triëst  1834-03-18
Sterfplaats/datum Londen  1905

Plaats/periode van werkzaamheid Nederland  1850 - 1870

 Hierschl-Minerbi moet meer dan eens in Holland geweest zijn. Hij studeerde enige tijd aan de akademie in Den Haag.

Dordrecht  1850 - 1870

 Niet bekend wanneer en hoe vaak Hierschl-Minerbi in Dordrecht was.

Rotterdam  1850 - 1870

 Niet bekend wanneer en hoe vaak Hierschl-Minerbi in Rotterdam was.

Utrecht  1877

foto van olieverfschilderij - gesigneerd van Hier 77 Utrecht


Kwalificatie etser  , graficus, schilder

Onderwerp genrekunst
havengezichten
landschappen

Bronnen/Naslagwerken Thieme/Becker 1907-1950 , dl. 17 (1924), p. 62
Bénézit 1976 , dl. 5, p. 537
Busse 1977 , p. 577 (als: Hierschl-Minerbi (Hiersch-Minerbi) Joachim gen. Van Hier, Joachim)
Witt Checklist 1978 , p. 137
Saur Bio-Bibliographischer Index 1999-2000, dl. 4, p. 741 (als: Hierschl-Minerbi, Joachim (Hierschel, Gioacchino; Van Hier, Joachim; Hierschell, Gioachino))

Documentatie RKD BD/0970 - BUI/Dromen van Holland
BD/Witt-microfiches
BUI/Duitsland-Oostenrijk.3/Schilderkunst-voorordening
BUI/Duitsland-Oostenrijk.3/Tekenkunst-voorordening

Recordnummer 38363
Gebruik de volgende URL om deze pagina vanuit uw website te linken: http://www.rkd.nl/rkddb/dispatcher.aspx?action=search&database=ChoiceArtists&search=priref=38363




Kunstwerknummer 67172

Afbeeldingsnummer 0000138328
Huidige toeschrijving Joachim Hierschl-Minerbi

Datering ca. 1860 (1850 – 1870)

in deze periode is Hierschl-Minerbi meerdere keren in Nederland geweest


Titel Haven te Dordrecht bij zonsondergang


Onderwerpstrefwoorden topografische voorstelling , rivierlandscha, stadsgezicht, aanlegplaats, aantal menselijke figuren (guideterm), haven, koepel, rivier, roeiboot, stad (in landschap/marine), stenen brug, stoomschip, vissersschip, zeilboot, zonsondergang
Afgebeelde plaats Dordrecht

Object schilderij
Drager/techniek drager onbekend, olieverf

Vorm/maten liggende rechthoek, 46 x 62 cm

Signatuur/opschrift enz. gesigneerd (rechtsonder): van Hier

Veiling Bonhams, Londen, Fine Oil Paintings, 1982-11-25, lotnr. 201, afb. zwart-wit

Documentatie RKD BD/0970 - BUI/Dromen van Holland (afb.nr.: 0000138328)

Gebruik de volgende URL om deze pagina vanuit uw website te linken: http://www.rkd.nl/rkddb/dispatcher.aspx?action=search&database=ChoiceImages&search=priref=67172


Auction records


Gioachino HIERSCHEL de , Jerusalem: Birket Israel , 1864
Oil/canvas , Painting , 8 1/4x12 5/8 in, 21x32 cm

HIERSCHL-MINERBI, Joachim (1834-1905)<SCRIPT></SCRIPT>
Add this artist to portfolio
HIER van Joachim
HIERSCHEL Joachim

Auction records


Date Title Dated Size cm (in) Medium

9/14/2006 Dutch Canal Scene/Dutch coastal Scene 1874 59x92 Oil/canvas
12/4/2002 Mondnacht im Hafen 23.5x53 Oil/panel
5/30/2002 The Fishing Fleet at Sunrise/The Fishing Fleet at Dusk 46x68 Oil/canvas
4/21/2002 Aftonstämning, i förgrunden fiskebåtar 91x55.5 Oil/canvas
5/20/2000 Ankunft der Fischerboote 61x91.5 Oil/canvas
3/22/1999 Voiliers près d'une ville hollandaise au coucher de soleil 36x46 Huile/toile



Date Title Dated Size cm (in) Medium
12/5/2007 Port des Pays-Bas au clair de lune 57x91 Huile/toile
9/14/2006 Dutch Canal Scene/Dutch coastal Scene 1874 59x92 Oil/canvas
3/24/2003 Scène de port en Hollande 21x39 Huile/toile/panneau
12/4/2002 Mondnacht im Hafen 23.5x53 Oil/panel
11/2/2002 Paysage de neige 14x21.8 Huile/toile

10/30/2002 Scène de port en Hollande 21x39 Huile/toile/panneau
5/30/2002 The Fishing Fleet at Sunrise/The Fishing Fleet at Dusk 46x68 Oil/canvas
4/21/2002 Aftonstämning, i förgrunden fiskebåtar 91x55.5 Oil/canvas
12/2/2000 Anlandende Küstenfischer vor dem Gewitter 61x91 Oil/canvas
5/20/2000 Ankunft der Fischerboote 61x91.5 Oil/canvas
7/6/1999 Rowing in to the Jetty 29.5x40 Oil/panel
4/29/1999 Rowing in to the Jetty 29.5x40 Oil/panel

3/22/1999 Voiliers près d'une ville hollandaise au coucher de soleil 36x46 Huile/toile
4/7/1998 Fischerboot vor der Adriaküste 1854 32.5x42.5 Oil/board
11/20/1996 Scheldt 23x30.5 Oil/board
3/12/1996 Boulogne by Moonlight 50.5x76 Oil/canvas
11/26/1991 Figures in a winter landscape 28.5x38.5 Oil/canvas
1/31/1991 Stadtansicht in Holland 16x20 Oil/panel
7/5/1990 Fischerboot vor der Adriaküste 1854 30x41 Oil/panel

1881 British Census

G.H. DE MINERBI Household
Male


Other Information:
Birth Year <1839>
Birthplace Trieste (F), Austria
Age 42
Occupation Artist & Painter
Marital Status U <Unmarried>
Head of Household Rich.H.W. DRUMMOND
Relation Lodger
Disability


Source Information:
Dwelling 2 New Burlington St
Census Place London, Middlesex, England
Family History Library Film 1341028
Public Records Office Reference RG11
Piece / Folio 0122 / 65
Page Number

16


Household:

Name Relation Marital Status Gender Age Birthplace Occupation Disability
Rich.H.W. DRUMMOND Head U Male 40 Millfield In Hawthorndean Bart Northumbd
Thos. FOWLER Lodger U Male 48 Burton Stalker, Lincoln, England Clergyman ... & ...
G.H. DE MINERBI Lodger U Male 42 Trieste (F), Austria Artist & Painter


His Landlord


Richard Drummond appears to have been a scion of the family of Hawthorndean or Hawthornden, near Edinburgh. The Drummonds were baronets.

"HAWTHORNDEAN, a hamlet in the county Edinburgh, Scotland, 6 miles S. of Edinburgh. It is a station on the Edinburgh and Peebles section of the North British railway. Hawthorndean House is situated on the river Esk, near Roslin Castle, and belongs to the Drummonds, whose ancient seat is still standing. It was visited by Queen Victoria in 1848, and contains some fine portraits and the dress worn by Charles Stuart in 1745. It was here that Ben Jonson visited W. Drummond, the poet and historian."

A Neighbour?


The Rev. Thomas Fowler, D.D. Oxon, Hon. LL.D.(Edin.) (1848-49), was Postmaster of Morton College,Oxford; he was a " double first " in Classics and Mathematics; Fellow of Lincoln; Denyer Theological Scholar. He served the University as Proctor, Professor of Logic, and Select Preacher. He became President of Corpus Christi in 1881 and was Vice-Chancellor of the University of Oxford 1899-1900. Dr. Fowler was born in Castletown and attended the College as a day boy. He died at Oxford in 1904 and bequeathed to the Trustees an endowment of £1000 for the College.


THE REV. T. FOWLER, D.D., LL.D.

This Thomas Fowler was, however, born in Castletown, isle of Man

Map showing location of New Burlington Street, near the Royal Academy of Art




Newspaper Mentions



































































Pictures, Paintings and Postcards